Diamo a Buccinasco un’amministrazione finalmente efficiente e trasparente, capace di ascoltare.

Archivio per marzo, 2012

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VOTO MAIORANO PERCHE’….

Hai deciso di votare Gianni Maiorano? Credi che possa essere un buon Sindaco?

C’è chi risponde “Voto Gianni perchè il vino buono sta nella botte piccola” altri dicono “Voto Gianni perché non mi fermo all’apparenza”.

Alcuni non lo votano affatto, altri lo voteranno perché è una persona onesta.

Tu cosa rispondi? Lascia il tuo parere qui sotto

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BILANCIO E SERVIZI AL CITTADINO: LA PERSONA PRIMA DI TUTTO

di Giambattista Maiorano
Sin da bambino mi hanno insegnato che non si fanno le nozze con i fichi secchi. Ogni scelta comporta un onere e ogni scelta può essere apprezzata e avversata nello stesso tempo. L’importante è che la scelta corrisponda al bisogno reale che in quel dato momento si manifesta e che le risorse siano impegnate ad alleviare le difficoltà che quel dato momento esprime.

Che il momento che stiamo attraversando non sia dei migliori sotto il profilo economico è risaputo. Oggi, ormai ne parlano ampiamente anche i servi (politici e giornalisti) del berlusconismo che per anni hanno nascosto la realtà. E che forse, per effetto della recessione e della eredità delle politiche sbagliate del Governo Berlusconi, la condizione generale possa peggiorare e produrre ferite alla coesione sociale è una ipotesi da tenere in seria considerazione. Di questo noi vogliamo tenere conto.

Nella graduatoria per capacità di reddito delle città italiane Buccinasco e ben piazzata: in Lombardia 10° posto, in Italia nei primi cinquanta posti. È bene sapere, però, che anche a Buccinasco la crisi morde e il livello della povertà si è innalzato mettendo a rischio i meno fortunati. E i colpi raggiungono anche il benessere di una classe media che è costretta a fare i conti con le ristrettezze, che vede falcidiato il proprio reddito giorno dopo giorno. Una povertà e un disagio, va sottolineato, che non è ancora indigenza e che, con molta dignità, viene fronteggiata in silenzio, spesso con vergogna, raschiano il fondo del barile, facendo di tutto per non issare bandiera bianca e chiedere aiuto. Il fenomeno però c’è ed è più esteso di quanto si immagini. Ce lo rivelano i dati dell’intervento del fondo famiglia/lavoro della diocesi ambrosiana che a Buccinasco ha erogato circa 80.000 euro; un intervento assai più consistente di quello del Comune. Famiglie, il più delle volte, non solo non in grado di onorare il mutuo che hanno dovuto rinegoziare, ma anche incapaci di pagarsi la bolletta del gas e di garantirsi una decente alimentazione.

Le famiglie non possono e non devono restare sole, vanno aiutate e sostenute. Non basta il pur lodevole intervento di altri attori sociali, come le caritas. Più che a un atto di solidarietà e di spontanea carità, qui siamo di fronte ad un atto di giustizia sociale e la gestione della cosa pubblica non può disinteressarsi.

La recessione permane, robuste politiche per la crescita non se ne vedono, tutto questo ci fa presumere che a breve e medio termine la domanda di servizi aggiuntivi straordinari si moltiplicherà.

Come farvi fronte? Basteranno gli introiti derivanti dall’introduzione dell’addizionale Irpef e della nuova IMU per compensare sia i dolorosissimi tagli del governo centrale (1.200.000 euro imposti dal governo Berlusconi e 500.000 euro dal governo Monti) sia la copertura del patto di stabilità cresciuto sino a 1.800.000 euro causa lo sfondamento di parte corrente da parte della gestione amministrativa del sindaco Cereda?

Voglio essere ottimista. Certamente andrà rivista l’agenda delle priorità un volta verificato lo stato reale delle casse. Nonostante queste difficoltà evidenti, la struttura del bilancio è solida, i fondamentali resistono, la spesa rigida non compromette la possibilità di manovra, il tasso di indebitamento è di modeste dimensioni. Non saranno rose e fiori, ma per noi è un punto fondamentale l’impegno a impiegare le risorse disponibili con criteri di equità sociale.

I fronti su cui agire sono molti e molto impegnativi. C’è il vasto campo degli interventi sugli anziani, sui minori, sulle scuole e l’educazione, sulla cultura, sulle strutture e gli strumenti che ne garantiscono la copertura.
Welfare significa anche capacità di riattivare un circolo virtuoso per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro in particolare per i giovani. Va riaperto lo sportello lavoro e ripensata la possibilità di incentivare le imprese a offrire occupazione con protocolli di intesa che vedano l’Amministrazione quale attore fondamentale del processo di crescita e di stabilizzazione.
Welfare significa pure garantire efficaci manutenzioni dei plessi scolastici, del verde, delle strade, delle piste ciclabili, dei marciapiedi, significa messa in sicurezza degli edifici pubblici.

Welfare significa inoltre, finalmente, regolarizzare una serie di atti e di convenzioni che liberino dal rischio di parziale chiusura dei nostri centri di aggregazione come è capitato al CCAB di via Marzabotto.

Insomma, vogliamo migliorare la qualità nostro stare insieme a Buccinasco, procedere nella consapevolezza delle difficoltà che non mancano e tuttavia nella convinzione che sia possibile trovare la via di un welfare anche tendo conto delle esigenze di bilancio.

Se è normale accantonare temporaneamente qualche sogno oggi impossibile da coltivare, in attesa che la situazione complessiva migliori, sarebbe del tutto imperdonabile smontare quella rete di protezione sociale che qualifica il grado di civiltà raggiunta.

Buccinasco può farcela e insieme dobbiamo farcela!

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LA SFIDA

di Giambattista Maiorano – 
Nei giorni successivi le note vicende giudiziarie che hanno interessato l’Amministrazione Cereda, scrissi a chiare lettere che era per me giunto il momento di attaccare le scarpe al chiodo. E in effetti il chiodo era stato piantato alla parete.
Non mi aspettavo, però, che il Partito Democratico di Buccinasco mi chiedesse a stragrande maggioranza di giocare ancora un “campionato”. Una scelta discussa, condivisa, soppesata, ragionata. Mi hanno convinto, e ho capito che chi mi diceva “sei tu l’uomo adatto” lo faceva di cuore e a ragion veduta.
Ho accettato la sfida con l’entusiasmo e l’incoscienza di un ragazzino, ma anche con la consapevolezza del momento che stiamo vivendo: è chiaro a tutti che non è tra i migliori, in particolare per gli amministratori locali.

Non mi sfugge la crisi di credibilità che attanaglia tutta la politica, tutti i partiti, e quindi anche le formazioni che appoggiano la mia candidatura. Per mille motivi, che tutti ben sappiamo, non può che essere così. E nella confusione, sfiducia e disorientamento generale che cosa può orientare un cittadino, un elettore?
Più che ai simboli, il riferimento, la fiducia, può rivolgersi alle persone, a una quotidianità di frequentazioni, a una storia politica e umana limpida, coerente e profondamente radicata nella comunità locale. In una città, tutto sommato ancora piccola come la nostra, dove ancora vivono rapporti interpersonali abbastanza vivaci, la conoscenza diretta, personale, resta sufficientemente alta.
Da tempo tutto questo trova conferma nella stessa dinamica elettorale che non coincide esattamente con la scelta politica di solito espressa a livello nazionale. Un fenomeno facilmente destinato ad accentuarsi nella presente tornata amministrativa sia per le difficoltà evidenti dei miei avversari nell’esprimere coesione e candidati sindaci locali, sia per il pullulare di liste civiche e micro formazioni spesso luogo di riciclaggio di personaggi che ritornano con l’ambizione di rifarsi la verginità perduta fidando nella corta memoria dei cittadini.

Se poi, invece si vuol guardare anche ai simboli di partito, si osserva che tutte le liste che mi appoggiano sono fuori dall’onta di discredito che ha colpito Buccinasco nell’ultima legislatura e rappresentano, per gli uomini e le donne in campo, per il programma sottoscritto e gli obiettivi che ci si pone una sicura via di uscita. La numerosa partecipazione alle primarie del 29 gennaio scorso ha posto le basi perché questo si avveri.

Perché, qualcuno può chiedere, investire in un uomo di 65 anni appena compiuti? Non è forse un po’ troppo anziano? E i neuroni funzionano ancora? Certo l’età non è da primavera, ma i neuroni, grazie a Dio, funzionano ancora abbastanza bene! E anzi, a ben guardare, proprio la mia “non più giovanissima” età può essere una garanzia in più. Vi pare semplicemente possibile immaginare che io possa cullare il sogno di una brillante futura “carriera” politica? Non credo proprio. Ridicolo! Ciò che mi preme, invece, è finire in bellezza, è perciò riuscire a dare qualcosa di buono a questa città che amo. Non i miracoli, perché non ho l’intenzione di fare concorrenza ai santi. Mi basterebbe con Voi ri-costruire quel senso civico e di normalità che può renderci orgogliosi di essere di Buccinasco, senza farci vergognare per una storia che ha il dovere di essere monito, ma che insieme abbiamo il dovere di batterci per superare invertendo la rotta.

Chi mi conosce, tra gli amici e gli avversari, sa che la politica non è mai stata per me un mestiere e chi lo afferma, sa di mentire spudoratamente. Una passione, questo sì.
I circa 30 anni di lavoro in banca mi hanno offerto tranquillità economica e una pensione di tutto rispetto. È pur vero, come si dice, che i soldi non sono mai troppi, ma quello che prendo mi basta e mi avanza. E questo è un altro punto di forza: garantisce la possibilità concreta, oltre la volontà e l’intenzione, di non lasciarmi condizionare nelle scelte, di saper dire dei no, di esercitare fino in fondo quell’etica pubblica oggi indispensabile nella vita politica.

Se l’essere sindaco oggi è impresa ardua, è bene non affrontare l’avventura da soli. In questo viaggio c’è bisogno di tutti, di chi ti sostiene ma anche di avversari seri e responsabili. Solo ri-costruendo una trama di rapporti la politica può ancora avere senso e fascino, e recuperare una credibilità in grado di convincere il cittadino alla doverosa e consapevole partecipazione.
Intendo allora essere un Sindaco con i limiti e le virtù di cui dispongo, autorevole sì, ma rifiutando nettamente la tentazione e la presunzione dell’uomo della provvidenza. Meglio è una squadra di governo coesa, senza solisti e prime donne, meglio è continuare a essere un uomo semplice con uomini e donne semplici orgogliosi di riscoprire il gusto delle relazioni costruttive.
Si tratta di vincere la sfida, anche quella che mi lanciano quelli che mi dicono “ma chi te lo fa fare?” oppure “Perché non ti godi la vita?”.
A tutti Voi chiedo la fiducia in un uomo che crede e vuole ancora credere che il ri-lancio passa attraverso l’impegno personale all’interno dei meccanismi di partecipazione, si chiamino essi partiti, associazioni o società civile.
Voglio tranquillizzare tutti e ciascuno: non siete di fronte a un fenomeno, ma a un più modesto “usato garantito”.

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BILANCIO E SERVIZI, IL WELFARE IN TEMPO DI CRISI

E’ possibile amministrare Buccinasco, nel rispetto dei vincoli di BILANCIO, garantendo ai cittadini i SERVIZI PUBBLICI, senza cioè emarginare e ignorare i cittadini giovani, i lavoratori e gli anziani che vivono momenti di difficoltà?

Il Comune è l’istituzione pubblica più vicina ai cittadini. Centrale, nella sua attività, è il miglioramento della qualità della vita favorendo le relazioni tra le persone per centrare l’obiettivo dello sviluppo complessivo della comunità. Compito dell’Ente Pubblico è quindi rendere meno diseguale la città impegnando i suoi sforzi all’attuazione di forti politiche sociali, all’educazione e alla scuola. Ciò significa che la comunità locale deve diventare il luogo primario della solidarietà tra i cittadini.

In particolare vanno sostenuti i più deboli progettando e realizzando un percorso che, partendo dal riconoscimento dei loro bisogni, garantisca anche la crescita della loro autonomia, la loro attiva partecipazione e inclusione sociale.

L’Amministrazione comunale deve intervenire, in spirito di collaborazione con gli altri enti e con la società civile, per costituire la rete di tutte le istituzioni e associazioni coinvolte, con l’obiettivo di aiutare le persone in stato di disagio, gli strati di popolazione che hanno minore capacità economica, per garantire a tutte/i uguali possibilità di espressione delle proprie sensibilità sociali, relazionali, professionali, creative e intellettuali.

RITENIAMO SIANO PRIORITARIE QUESTE 10 PROPOSTE:

1.  Creare un Punto Unico di Contatto (PUC), per fornire consulenze, aiuto e competenze, per facilitare chi avrà la necessità di usufruire dei servizi sociali;

2. Potenziare gli interventi di cura, di assistenza, di sostegno e di educazione per i soggetti deboli attuando una politica delle tariffe dei servizi sociali improntata al rapporto reddito/carico familiare;

3. Sostenere i centri diurni e i servizi domiciliari per la non autosufficienza, dando priorità alla rete di assistenza domiciliare integrata, perché le condizioni psicofisiche dell’anziano risultano meglio salvaguardate se rimane in ambito domestico;

4. Difendere e mantenere la gestione pubblica dei servizi con particolare riguardo all’acqua e ai servizi di assistenza al cittadino;

5. A partire dal principio di sussidiarietà definito dalla Costituzione, valorizzare l’iniziativa privata delle associazioni presenti sul territorio, con l’obiettivo di ottimizzare l’impiego delle risorse pubbliche disponibili e di attivarne altre che, rispetto a quelle pubbliche, risultino aggiuntive e non sostitutive;

6. Adottare ogni strumento utile per favorire gli inserimenti nel mondo produttivo attraverso sportelli che mettano in relazione la domanda e l’offerta nel mercato del lavoro;

7. Adottare provvedimenti e sostenere iniziative che accrescano gli strumenti per la formazione professionale;

8. Ampliare l’offerta del Centro Diurno Integrato di Via Lomellina consentendo di mantenere la persona anziana parzialmente non autosufficiente nel proprio ambito familiare senza ricorrere alla struttura della RSA;

9. Aumentare la capacità ricettiva del Centro Civico Anziani Buccinasco recuperando anche degli spazi esterni;

10. Fare proprio il progetto del “Dopo di Noi” che si propone, attraverso l’housing sociale integrato, di rispondere alla richiesta di residenzialità per persone disabili gravissimi, gravi e medi all’interno di esperienze residenziali di “normalità”.

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SCRIVI A GIANNI MAIORANO

Vuoi porre delle domande al Candidato Sindaco Giambattista Maiorano?

Hai delle curiosità da chiedere?

Scrivi in questa pagina,  troverai la risposta su questo sito.

Oppure manda un’email all’indirizzo 

maioranogiambattista@gmail.com

Riceverai la mia risposta nella tua casella email

Gianni Maiorano

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NAVIGLIOINFO: INTERVISTA A GIANNI MAIORANO

di Luigi Salerno  –    NaviglioINFO, marzo 2012
È soddisfatto del risultato delle elezioni primarie?
La soddisfazione maggiore è stata senz’altro il livello di partecipazione degli elettori. In un momento di grave crisi di credibilità della politica e dei partiti, il fatto che 1.067 cittadini decidano di partecipare è segno evidente di una domanda di buona politica. A questa richiesta io voglio rispondere impegnandomi al massimo. E questo non potrà che incidere su prassi e comportamenti di chi sarà eletto e di tutta la mia squadra. C’è poi la soddisfazione personale. Abbiamo avuto primarie vere, competizione vera, risultato prevedibile ma non scontato: con cinque candidati in lizza, visto il valore di ciascuno, non poteva esserci nulla di garantito. Ciò che ha fatto la differenza è probabilmente che mi sono state riconosciute quelle caratteristiche di esperienza e competenza, sobrietà, serietà e prudenza che hanno accompagnato tutta la mia esperienza nell’impegno sociale e politico.

Pensa che, con il 34% dei consensi ottenuti alle primarie, il Partito Democratico possa avere un’effettiva leadership all’interno della coalizione?
Assumere le percentuali delle primarie per misurare il peso delle forze politiche che partecipano è un ragionamento senza senso, proprio dal punto di vista dei numeri. Ciò che conta, come dice sempre il Segretario nazionale del PD, sono le secondarie. Nelle primarie di Milano, per esempio, è noto a tutti che il voto degli elettori del PD si è liberamente spalmato su tutti i candidati, e alle secondarie si è poi visto che cosa è successo. Nelle primarie di coalizione più che l’esito del singolo candidato o partito, ciò che conta è l’impegno sottoscritto: considerare chi vince il candidato di tutti, avesse vinto anche per un solo voto di scarto.
Le primarie di coalizione, quindi, sono un momento di grande apertura, di libertà (soprattutto rispetto all’esito), di serena disponibilità a mettersi veramente in gioco, sono una competizione da cui non si possono e non si devono trarre valutazioni distorcenti e tendenziose.

A proposito di coalizione, lei sa già quali saranno i partiti e i movimenti che ne faranno parte?
Tutte le componenti che hanno partecipato alle primarie più l’Italia dei Valori che aveva partecipato alla stesura del programma, ma non ha concorso all’organizzazione del voto del 29 gennaio in quanto il loro statuto non prevede la partecipazione a primarie.

Pietro Gusmaroli, uno dei suoi sfidanti alle elezioni primarie, entrerà a far parte della lista del Partito Democratico oppure correrà per conto proprio?
Gusmaroli ha mantenuto l’impegno che si era assunto al momento della sua autocandidatura e a partire da lunedì 30 gennaio si è immediatamente messo a completa disposizione del candidato Sindaco del Centrosinistra, della Coalizione e del PD. In tutte le sedi, aveva sempre affermato che, qualora non fosse stato il vincitore, sarebbe tranquillamente rientrato nei ranghi mettendosi a disposizione del PD. Lo ha fatto e di questo non posso che rendergliene atto e merito; questa dimostrazione di coerenza esclude inoltre l’ipotesi che “correrà per conto proprio”. Per quanto riguarda una sua eventuale candidatura in Consiglio Comunale la valutazione è e deve essere esclusivamente del Partito Democratico di Buccinasco.

Si è già fatto un’idea della squadra di governo che presenterà in caso di vittoria?
L’idea ce l’ho, ci ho pensato e ci penso. Mai fatto nomi e non ne farò fino al 20 maggio. Terminata la partita delle elezioni ci metteremo al lavoro. Ho però discusso e delineato con la Coalizione dei profili e dei criteri. Ritengo realisticamente che il Centrosinistra ha tutte le potenzialità per affermarsi nella competizione elettorale, non senza passare però dalla fase di ballottaggio. In questa circostanza potranno verificarsi ulteriori apporti e un allargamento della coalizione sulla base del programma che ci siamo dati. Terrò conto dei punti di vista delle singole forze politiche, alle quali chiedo l’indicazione di una terna, consapevole che non sarà solo questione di appartenenza politica, ma che la squadra non potrà che essere l’esito di un insieme di fattori, dalla competenza alla capacità di fare squadra, dall’equilibrata presenza di genere all’apporto intelligente della società civile e del volontariato, al peso della rappresentanza democratica. Sceglierò i collaboratori in piena libertà con l’obiettivo di rinsaldare e rendere più forte e coesa l’intera coalizione, perché la partita più importante e difficile sarà governare.

Come pensate di intervenire nel quartiere Buccinasco Più, in via Guido Rossa, dove sono presenti materiali tossici?
La vicenda è ancora nelle mani della Magistratura che ritengo non abbia bisogno delle nostre sollecitazioni perché comprende molto bene il bisogno espresso dai cittadini di definire il prima possibile delle responsabilità. Resta intatta la volontà, che ho già espresso, di confermare la costituzione dell’Amministrazione come parte civile in giudizio in modo da premunirsi e garantire la sostenibilità economica delle azioni che si renderanno necessarie a bonificare l’area interessata. È una risposta dovuta al quartiere e a tutta la città. Nei confronti di quanti saranno individuati come responsabili occorre applicare senza deroghe la logica del chi rompe paga.

Rispetto al tema del governo del territorio, cosa intende fare di diverso rispetto ai progetti della passata amministrazione guidata da Cereda?
Durante il percorso di approvazione del PGT Cereda abbiamo fatto le nostre osservazioni, le nostre critiche e le nostre proposte, che non è qui il caso di riprendere. La cosa più importante da rilevare oggi è che bisogna partire da un fatto: gli anni 2006/2007 in cui fu definita la struttura di quel PGT oggi sembrano essere lontani quanto un’era geologica. Dal 2008 a oggi sono accaduti fatti economici e sociali straordinari e problematici, che hanno costretto tutti ad aprire gli occhi. Fatta salva la filosofia di fondo che ha caratterizzato il PGT Carbonera, si tratta di ricalibrare l’intero disegno tenendo conto, per esempio, del consistente patrimonio immobiliare che non trova a tutt’oggi acquirenti. Ma nonostante l’eccesso di offerta, la casa rimane un problema sociale e quindi sarà necessario introdurre nuove proposte di housing sociale, anche per rispondere alla domanda di una classe media sempre più “declassata”. Resta inoltre l’impegno alla difesa e alla tutela del Parco Agricolo Sud Milano, che non è semplice custodia e conservazione dell’esistente ma significa lavorare per valorizzare al massimo e sviluppare la sua specifica vocazione agricola. C’è oggi una ragione in più che lo richiede. Nella logica della città metropolitana, il nostro territorio nel Parco Sud, con le sue peculiarità ambientali a solo 6 chilometri da piazza Duomo, deve diventare un punto di forza dell’intera area vasta milanese, un elemento imprescindibile della qualità della vita e della salute di tutti.

Leggi NaviglioINFO n. 2, marzo 2012 (clicca qui)

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LA CITTA’ METROPOLITANA

La città metropolitana per governare meglio territorio, servizi, trasporti, risorse e problemi urbani.

Milano sta affrontando una crisi di competitività, conseguente al mutato quadro economico internazionale, nel quale spicca l’irruzione su scala globale delle economie emergenti. Città come Francoforte, Monaco, Stoccarda, Zurigo, Lione, Madrid, Barcellona, Vienna/Bratislava e Budapest, che negli anni passati hanno affrontato con intelligenza la riforma del proprio sistema di governo locale, sono oggi in grado non solo di investire sui loro asset tradizionali, ma anche di attuare condizioni favorevoli per creare nuovi vantaggi concorrenziali.

Ma Milano e la sua provincia devono fronteggiare anche un oggettivo problema di governo del territorio connesso soprattutto allo sviluppo esponenziale delle zone periferiche e dell’hinterland. La mancanza di alloggi e i costi proibitivi del centro di Milano hanno spinto verso la periferia e la provincia un gran numero di lavoratori che sono diventati pendolari o automobilisti, aggravando così il traffico stradale. In tale direzione il potenziamento dell’offerta di trasporto pubblico è una necessità indifferibile. Gli alti livelli d’inquinamento atmosferico e il conseguente peggioramento della qualità della vita limitano, inoltre, la capacità di attrarre lavoratori specializzati e visitatori e i problemi di mobilità riducono la competitività.
Di fronte a questo scenario che evidenzia la difficoltà di Milano, della Provincia e dei Comuni limitrofi nell’individuare provvedimenti condivisi, è chiaro a tutti come un governo metropolitano sia la condizione indispensabile per affrontare questi problemi. La città metropolitana non deve essere, come è avvenuto in passato, un tema a sé, ma diventare la prospettiva con cui affrontiamo i problemi e le opportunità di Milano e la sua provincia, lo strumento con il quale, in anni di crisi e tagli agli enti locali, si riorganizza la macchina pubblica eliminando la sovrapposizione di competenze, riducendo i costi, tagliando gli sprechi, migliorando la qualità e l’efficienza dei servizi.
È per questi motivo che garantisco pieno sostegno al Sindaco di Milano Pisapia, al Presidente della Provincia Podestà e ai Sindaci di tutti i comuni dell’area vasta milanese nell’attuazione delle procedure previste dalla Legge 42 del 2009, che consente al Comune e alla Provincia di Milano, congiuntamente tra di loro o insieme agli altri Comuni del nostro territorio, di attivare il procedimento istitutivo della Città metropolitana, con una proposta che ne preveda i confini, l’articolazione in municipi e un progetto di statuto provvisorio, adeguato al ruolo che noi immaginiamo per il nuovo ente.
Abbiamo anche lanciato una sfida, prima di tutto a noi stessi, per intraprendere un’iniziativa trasversale che coinvolga tutti i parlamentari eletti nell’area milanese, per la presentazione di un disegno di legge ad hoc che istituisca la Città metropolitana di Milano. Come per Roma Capitale, infatti, anche per la nostra grande città siamo convinti che sia più che opportuno che il Parlamento nazionale vari una disciplina specifica che regoli il governo dell’area più importante del Paese.
La sfida è di guardare al futuro, di superare l’attuale frammentazione istituzionale, le difficoltà delle amministrazioni locali e condividere con coraggio nuove forme di governo per una città metropolitana sempre più protagonista nel mondo.

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LEGALITA’ E SVILUPPO

Clik su immagine per leggere il volantino

di Giambattista Maiorano – 

Il primo capitolo del nostro programma è dedicato alla legalità. Legalità in tutti i sensi e non solo come richiamo alla storia più o meno recente che pesa come un macigno su Buccinasco e ha reso famosa la nostra città alle cronache nazionali e internazionali. A quella storia è doveroso mettere argine ed erigere un baluardo perché non si ripeta e perché non macchi più la nostra immagine di cittadini per bene.

Male ha fatto la Giunta Cereda a sottovalutare gli effetti dirompenti di una presenza invisibile ma profondamente invasiva. Malissimo l’aver dato l’impressione che avessimo a che fare con fesserie e banalità senza importanza, utili solo ad infangare il nostro buon nome. Le cronache giudiziarie di questi ultimi tre/quattro anni ci raccontano una storia diversa e ci impongono la massima allerta. Dagli atti emerge in modo chiaro il condizionamento esercitabile sul potere politico locale e sulla struttura amministrativa. Non solo schizzi di fango, ma qualcosa di più serio ha eroso la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni politiche locali.

La stessa rovinosa caduta di Cereda & C., pur non direttamente collegata alla presenza della ‘ndrangheta, manifesta una grave caduta del senso di responsabilità e denota un tarlo che rode la cultura amministrativa, uno stile amministrativo che porta a immaginare di poter agire a prescindere dalle regole e dall’etica nella gestione della cosa pubblica, e a rendere normale ciò che normale non è, né può esserlo. È normale la pratica corruttiva? È normale svolgere un ruolo di mediazione in un’operazione che vede impegnato il Comune con un privato? La giustizia faccia il suo corso. Non ci vorrà molto per sapere.

La legalità non è quella medaglia da appuntarsi al petto nelle manifestazioni pubbliche. O, quantomeno, non è solo questo. Traduco la legalità come la capacità di riportare al rispetto scrupoloso delle regole in tutta una serie di comportamenti ed azioni che fanno normale il vivere quotidiano. Nella vita privata e in quella pubblica. Nella pubblica più ancora che nella privata poiché in ballo non c’è il destino di uno ma quello di tanti, di tutti.

E quindi che senso dare alla parola legalità?

È legalità riportare serenità a un ambiente scosso, recuperare la fiducia del cittadino, ridare credibilità alle istituzioni politiche, senza la quale ogni sforzo comporta doppia fatica.

È legalità perseguire l’obiettivo di una credibile autorevolezza della politica smettendo di delegittimare l’avversario con la diffamante maldicenza, il becero pregiudizio e la calunnia sistematica.

È legalità considerare l’opposizione politica non come un ostacolo che fa perdere tempo, ma un insieme rappresentativo in grado di formulare proposte che, una volta vagliate, qualora dovessero dimostrarsi utili vanno non solo considerate, ma fatte proprie dalla maggioranza ed adottate.

È legalità il rispetto della norma che indica funzioni e ruoli nella definizione degli indirizzi propri della politica e la responsabilità della gestione propria dell’apparato burocratico.

È legalità per il Sindaco e la Giunta l’affrancarsi dalla tentazione di rappresentare solo qualcuno quando hanno il dovere di amministrare e parlare in nome e per conto di tutta la città.

È legalità auspicare e puntare sulla riappropriazione degli spazi pubblici da parte dei cittadini.

È legalità non guardare dall’altra parte per non pretendere lo scontrino al negozio piuttosto che al mercato, la fattura dal dentista o la ricevuta fiscale dall’idraulico.

È legalità non stupirsi di controlli che vorremmo sistematici negli ambienti frequentati da tanti nostri furbi nullatenenti con suv e barche al seguito.

E la lista potrebbe continuare … all’infinito.

Questa è per me il senso della legalità: fondamento di un’ordinata convivenza civile, se vuole essere effettivamente “civile”, e non essere barbarie e sopruso dei forti sui deboli.

Si tratta di riportare Buccinasco alla normalità: facciamolo INSIEME.

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E’ POSSIBILE AMMINISTRARE BUCCINASCO AFFERMANDO E PRATICANDO I VALORI DELLA LEGALITA’ E DELLA SICUREZZA?

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Legalità e Sicurezza sono la base necessaria per una convivenza civile pacifica e per un equilibrato sviluppo economico sociale. […] Ritengo siano prioritarie queste 5 proposte concrete:

A) Far sottoscrivere e rispettare a tutti i candidati il Codice Etico di autoregolamentazione approvato il 3 marzo 2007 dalla Commissione Antimafia del Parlamento. Stilare un codice etico di comportamento che verrà sottoscritto da tutti i candidati. Inserire nelle liste della Coalizione di centrosinistra candidati che NON abbiano attualmente, o abbiano avuto in passato, pendenze giudiziarie che fanno riferimento a reati contro la Pubblica Amministrazione, contro il patrimonio e riconducibili alla criminalità organizzata.

B) Iscrivere il Comune di Buccinasco alla rete di “Avviso Pubblico” (Clicca QUI), un’Associazione che collega e organizza gli Amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica Amministrazione e sui territori da essi governati. Integrare Statuto e regolamenti comunali con le indicazioni contenute nella “Carta di Pisa” (Clicca QUI) redatta dall’associazione “Avviso Pubblico” e pubblicata nel febbraio 2012.

C) Istituire una Commissione consiliare di verifica e controllo con il compito di vigilare sulle procedure relative agli appalti pubblici, sui passaggi di proprietà riferiti alle aree e alle attività, sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.

D) Rivedere profondamente lo Statuto del Comune per potenziare il sistema dei controlli interni, il sistema dei controlli democratici e rendere trasparenti e pubblici tutti gli atti amministartivi.

E) Prevedere protocolli d’intesa per definire procedure di collaborazione con i Corpi di Polizia Urbana dei Comuni confinanti.

Queste 5 proposte rappresentano la nostra SFIDA DELLA LEGALITA’. Alla politica spetta il compito e la responsabilità di potenziare e riformare il sistema delle regole in modo da garantire procedure orientate a scoraggiare, impedire e prevenire l’illegalità e la corruzione. Per questa ragione il Comune dovrà continuamente monitorare, e se necessario riformare, le regole, i sistemi di controllo e le attribuzioni di responsabilità.

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BASTA DISINFORMAZIONE SULLA SCUOLA MATERNA “PARROCCHIALE”

di Gianni Maiorano
Che cosa io pensi a proposito della Scuola Materna sedicente “parrocchiale” e quali siano i passi necessari per ristabilire un corretto e proficuo rapporto con l’istituzione Comune è perfettamente descritto nel volantino distribuito in città con l’adesione di tutte le forze politiche che appoggiano la mia candidatura a Sindaco.
A quanto già dichiarato c’è veramente poco da aggiungere se non qualche breve riflessione a seguito della piccata risposta a firma del Consiglio di Amministrazione della Materna stessa (Clicca QUI), risposta che si definisce informativa mentre è invece un esempio di disinformazione.

Il fatto è che il volantino del Centrosinistra (Clicca QUI) ha colpito il bersaglio: nessuna demagogia, nessuna pregiudiziale ideologica, ma anche nessuna promessa elettorale. Forse il Consiglio della scuola si aspettava altro. Forse si aspettava la guerra, cioè che non fosse riconosciuta la funzione pubblica e l’utilità sociale del servizio, forse si attendeva una specie di sconfessione del concetto di sussidiarietà, forse sperava in un applauso incondizionato al Commissario Francesca Iacontini… E invece no.
Non hanno capito i nostri amici che il mondo è parecchio cambiato. Sono rimasti all’alba del 1999 dal punto di vista giuridico, anno a partire dal quale nelle convenzioni è obbligatorio mettere data di inizio e fine (ce lo ricordano loro stessi). Sono anche rimasti al 2006/2007 dal punto di vista politico, come se da allora ad oggi, nel frattempo, niente fosse accaduto.

Già, proprio il 2006! Si cita il protocollo d’intesa di sei anni fa con l’allora amministrazione di Centrosinistra, ma si dimentica che anche in quella circostanza fu promossa una raccolta di firme proclamando ai quattro venti menzogne del tipo “Vogliono farci chiudere, ci vogliono togliere i contributi”. E la storia ripete lo stesso copione oggi, nella successiva occasione elettorale.
La proposta formulata allora dal Centrosinistra era seria e interessante (e lo sapete bene, e c’è pure tra voi chi lo pensa e chi lo dice pubblicamente); prevedeva la storicizzazione dei costi medi pro capite sopportati dal Comune, il riconoscimento dell’incremento ISTAT anno per anno e l’impegno a coprire parzialmente le eventuali esigenze di manutenzione. Rifiutava ovviamente la logica del conguaglio a carico dell’Amministrazione in caso di mancanti contributi di Stato e Regione, una correzione semplicemente doverosa. Ma l’obbiettivo allora (è così anche oggi?) non era certo raggiungere un ragionevole accordo e perciò avanti con un conflitto dove politica e religione si mescolano e si confondo proprio come nei fondamentalismi di ogni tipo.

Scuola materna “parrocchiale”? No, non è vero. Niente a che fare con un’entità ecclesiastica e quindi soggetta all’indispensabile controllo dell’ufficio legale della diocesi di appartenenza. Nel 2006 l’Amministrazione di Centrosinistra si rivolse esattamente alla diocesi per venire a capo di quell’aggettivo “parrocchiale”, che stando così le cose era ingiustificabile, e per offrire un arbitro più che favorevole con cui discutere la convenzione. L’iniziativa di dialogare e concordare con la diocesi fallì miseramente perché un bel mattino quattro soggetti, dei quali a me sono noti nomi e cognomi, si recarono in piazza Fontana al palazzo arcivescovile rifiutando qualsiasi intervento dell’ufficio legale (chissà perché vi domanderete voi cittadini di Buccinasco…) rivendicando invece l’autonomia gestionale.

L’ultima annotazione è relativa alla mia firma sui bilanci (due, essendo stato assente all’approvazione del secondo) nei tre anni durante i quali sono stato membro del Comitato Tecnico. Perché non avrei dovuto firmare al di là delle obiezioni di forma e di sostanza sempre sollevate? Sì, perché di obiezioni ne ho sollevate parecchie, ma verbalmente, il che significa in buona fede e avendo fiducia nelle persone a cui mi rivolgevo. Mi accorgo oggi, invece, che avrei dovuto mettere tutto per iscritto in lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. Comunque voglio semplicemente ricordare che è norma, è prassi, è consuetudine che le regole si rispettino anche quando non sono condivise. Fintanto che le regole, nel nostro caso la convenzione, non sono modificate valgono. Questo è per me  rispetto delle regole e quindi si firma.

Potrei continuare e togliermi qualche altro sassolino dalle scarpe per respingere alcune volgari insinuazioni delle Vanna “Marchi” di Buccinasco, ma credo non interessi a nessuno.

Torniamo quindi alle cose importanti. Qualora dovessi diventare Sindaco l’impegno è trovare la soluzione più idonea e meno onerosa all’interno di una situazione di bilancio che non sarà facile gestire. E questo nell’interesse delle famiglie legittimamente preoccupate, ma anche dell’intera comunità cittadina, al di là delle urla e degli strepiti di coloro che hanno voluto adottare la peggiore delle strategie: la propaganda elettorale. Si dice «Non volendo entrare in alcun modo nella disputa elettorale…» (Excusatio non petita…?!), ma di fatto i tempi e i modi con cui oggi è stato posto il problema manifestano in modo smaccato e clamoroso proprio la precisa e determinatissima volontà di entrare nella disputa elettorale.

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