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di Giambattista Maiorano –
Nei giorni successivi le note vicende giudiziarie che hanno interessato l’Amministrazione Cereda, scrissi a chiare lettere che era per me giunto il momento di attaccare le scarpe al chiodo. E in effetti il chiodo era stato piantato alla parete.
Non mi aspettavo, però, che il Partito Democratico di Buccinasco mi chiedesse a stragrande maggioranza di giocare ancora un “campionato”. Una scelta discussa, condivisa, soppesata, ragionata. Mi hanno convinto, e ho capito che chi mi diceva “sei tu l’uomo adatto” lo faceva di cuore e a ragion veduta.
Ho accettato la sfida con l’entusiasmo e l’incoscienza di un ragazzino, ma anche con la consapevolezza del momento che stiamo vivendo: è chiaro a tutti che non è tra i migliori, in particolare per gli amministratori locali.
Non mi sfugge la crisi di credibilità che attanaglia tutta la politica, tutti i partiti, e quindi anche le formazioni che appoggiano la mia candidatura. Per mille motivi, che tutti ben sappiamo, non può che essere così. E nella confusione, sfiducia e disorientamento generale che cosa può orientare un cittadino, un elettore?
Più che ai simboli, il riferimento, la fiducia, può rivolgersi alle persone, a una quotidianità di frequentazioni, a una storia politica e umana limpida, coerente e profondamente radicata nella comunità locale. In una città, tutto sommato ancora piccola come la nostra, dove ancora vivono rapporti interpersonali abbastanza vivaci, la conoscenza diretta, personale, resta sufficientemente alta.
Da tempo tutto questo trova conferma nella stessa dinamica elettorale che non coincide esattamente con la scelta politica di solito espressa a livello nazionale. Un fenomeno facilmente destinato ad accentuarsi nella presente tornata amministrativa sia per le difficoltà evidenti dei miei avversari nell’esprimere coesione e candidati sindaci locali, sia per il pullulare di liste civiche e micro formazioni spesso luogo di riciclaggio di personaggi che ritornano con l’ambizione di rifarsi la verginità perduta fidando nella corta memoria dei cittadini.
Se poi, invece si vuol guardare anche ai simboli di partito, si osserva che tutte le liste che mi appoggiano sono fuori dall’onta di discredito che ha colpito Buccinasco nell’ultima legislatura e rappresentano, per gli uomini e le donne in campo, per il programma sottoscritto e gli obiettivi che ci si pone una sicura via di uscita. La numerosa partecipazione alle primarie del 29 gennaio scorso ha posto le basi perché questo si avveri.
Perché, qualcuno può chiedere, investire in un uomo di 65 anni appena compiuti? Non è forse un po’ troppo anziano? E i neuroni funzionano ancora? Certo l’età non è da primavera, ma i neuroni, grazie a Dio, funzionano ancora abbastanza bene! E anzi, a ben guardare, proprio la mia “non più giovanissima” età può essere una garanzia in più. Vi pare semplicemente possibile immaginare che io possa cullare il sogno di una brillante futura “carriera” politica? Non credo proprio. Ridicolo! Ciò che mi preme, invece, è finire in bellezza, è perciò riuscire a dare qualcosa di buono a questa città che amo. Non i miracoli, perché non ho l’intenzione di fare concorrenza ai santi. Mi basterebbe con Voi ri-costruire quel senso civico e di normalità che può renderci orgogliosi di essere di Buccinasco, senza farci vergognare per una storia che ha il dovere di essere monito, ma che insieme abbiamo il dovere di batterci per superare invertendo la rotta.
Chi mi conosce, tra gli amici e gli avversari, sa che la politica non è mai stata per me un mestiere e chi lo afferma, sa di mentire spudoratamente. Una passione, questo sì.
I circa 30 anni di lavoro in banca mi hanno offerto tranquillità economica e una pensione di tutto rispetto. È pur vero, come si dice, che i soldi non sono mai troppi, ma quello che prendo mi basta e mi avanza. E questo è un altro punto di forza: garantisce la possibilità concreta, oltre la volontà e l’intenzione, di non lasciarmi condizionare nelle scelte, di saper dire dei no, di esercitare fino in fondo quell’etica pubblica oggi indispensabile nella vita politica.
Se l’essere sindaco oggi è impresa ardua, è bene non affrontare l’avventura da soli. In questo viaggio c’è bisogno di tutti, di chi ti sostiene ma anche di avversari seri e responsabili. Solo ri-costruendo una trama di rapporti la politica può ancora avere senso e fascino, e recuperare una credibilità in grado di convincere il cittadino alla doverosa e consapevole partecipazione.
Intendo allora essere un Sindaco con i limiti e le virtù di cui dispongo, autorevole sì, ma rifiutando nettamente la tentazione e la presunzione dell’uomo della provvidenza. Meglio è una squadra di governo coesa, senza solisti e prime donne, meglio è continuare a essere un uomo semplice con uomini e donne semplici orgogliosi di riscoprire il gusto delle relazioni costruttive.
Si tratta di vincere la sfida, anche quella che mi lanciano quelli che mi dicono “ma chi te lo fa fare?” oppure “Perché non ti godi la vita?”.
A tutti Voi chiedo la fiducia in un uomo che crede e vuole ancora credere che il ri-lancio passa attraverso l’impegno personale all’interno dei meccanismi di partecipazione, si chiamino essi partiti, associazioni o società civile.
Voglio tranquillizzare tutti e ciascuno: non siete di fronte a un fenomeno, ma a un più modesto “usato garantito”.
Scritto
il 30 marzo 2012