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“ILLUMINIAMO IL FUTURO, SPEGNIAMO L’ILLEGALITÀ”

Contro le mafie serve l’impegno di tutti, serve gettare i semi della cultura della legalità:  Buccinasco non dimentica la sua storia e chiama ancora una volta a raccolta le energie del territorio per non spegnere le luci sulla lotta alla criminalità organizzata. “Per questo motivo ci piacerebbe invitare Nando Dalla Chiesa a Buccinasco”: lo scrive in una lettera aperta Rosa Palone, presidente del Consiglio comunale.  

Buccinasco (30 ottobre 2012) – “Buccinasco ‘Platì del Nord’, non abbiamo paura di dirlo e neppure di amministrare la nostra Città. Ci siamo candidati e siamo stati eletti consapevoli che al nostro ex sindaco Maurizio Carbonera tra il 2002 e il 2007 furono bruciate due automobili, fu inviato un proiettile con gli auguri di Buona Pasqua, furono addirittura piantate tre croci a grandezza d’uomo in un’area periferica del nostro territorio e qualcuno si premurò di andare in Comune a spiegare quale fosse il valore simbolico del gesto. Unico primo cittadino in Lombardia tra il 2002 e il 2007  a subire attentati, tra i pochi sindaci a presentare denunce alla magistratura insieme alla sua Giunta di cui facevano parte anche l’attuale sindaco in carica Giambattista Maiorano e il vice-sindaco Rino Pruiti.

Lo diceva Paolo Borsellino: “Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo”.

Ora che la presenza capillare della ‘ndrangheta in Lombardia è conclamata siamo fieri di essere stati tra i primi ad “accendere la lampadina”, ad ammettere la presenza della malattia per iniziare a combatterla con tutti gli strumenti a disposizione. La famosa lampadina non si è mai spenta diventando ogni giorno molto più simile ad un faro perché le energie raccolte sul territorio hanno continuato ad illuminare con più forza il percorso intrapreso. Tantissime  associazioni sul territorio per anni hanno organizzato decine di iniziative di promozione della cultura della legalità, presentando libri, organizzando proiezioni di film, documentari, ospitando spettacoli teatrali, inchieste giornalistiche, invitando magistrati ed esponenti della società civile per parlare della presenza della ‘ndrangheta. Io stessa insieme ad un gruppo di giovani ho contribuito a fondare un’associazione che a Buccinasco è diventata un punto di riferimento dell’Associazione Libera Nomi e numeri contro le mafie,tanto da confluire poi nel presidio del sud ovest Milanese “Libera – Angelo Vassallo” di cui sono stata referente.

Nella primavera del 2012  ho deciso di candidarmi alle elezioni perché  mi sono resa conto che indignarsi non bastava più, che non serviva a nulla avere le mani pulite se le si teneva in tasca.

Come ogni scelta della mia vita l’ho fatto nella consapevolezza, conoscevo da anni le persone che facevano parte della mia coalizione, tutte pulite, oneste e soprattutto credibili, eccellenti maestri, ottimi compagni di viaggio. Un viaggio che abbiamo intrapreso da pochi mesi ma che ha già presentato tantissimi ostacoli e solo la forza della nostra squadra genuina ci ha dato la possibilità di superare.

Gli amministratori della Platì del Nord hanno bisogno di non essere lasciati soli e isolati. Abbiamo bisogno dell’energia  di tutte le persone oneste affinché la nostra “lampadina” non si spenga; si sa che al buio tutto è meno sicuro. Grazie a tutte le energie oneste, invece, abbiamo la possibilità di costruire quella “legalità organizzata” che potrà rendere finalmente Buccinasco un paese “normale”, dove parole come giustizia, onestà, buone pratiche siano assunte come valori fondamentali da tutti i cittadini.

Per questa ragione ci piacerebbe invitare a Buccinasco Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa, autori del libro “Buccinasco, la ‘ndrangheta al Nord”. Partendo dalle loro analisi sul nostro territorio, segnato come i comuni a noi vicini dalla forte presenza della criminalità organizzata, vorremmo continuare a parlare di cultura di legalità, continuare a gettare semi che diventino anticorpi contro il potere pervasivo delle mafie. Serve l’impegno di tutti, tutti quelli che stanno chiaramente dalla stessa parte della barricata. Contro la mafia. Che non hanno paura di nominarla, né di affrontarla. Che non vogliono conviverci, e anzi non hanno timore di battersi in prima linea per sconfiggerla, per rendere Buccinasco un paese dove regna la legalità organizzata”.  

Rosa Palone

Presidente del Consiglio comunale di Buccinasco

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SOTTO I RIFLETTORI. BUCCINASCO, LA ‘NDRANGHETA E UNA CITTÀ CHE HA VOGLIA DI RISCATTO. LETTERA APERTA DEL SINDACO

Dopo la pubblicazione dell’ultimo libro di Nando Dalla Chiesa, il sindaco Giambattista Maiorano scrive una lettera aperta: “Buccinasco non è sinonimo di male. Non basta essere calabresi e neppure portare un cognome compromesso per essere un poco di buono. È questa l’immagine che non condivido e che il libro, malgrado l’intento che si propone, rischia di dare della nostra città”.

“La recente pubblicazione del volume “Buccinasco: la ‘ndrangheta al nord”, scritto a quattro mani da Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa, ripropone la nostra città all’attenzione del Paese.
Se questo vuole essere l’ammonimento a mai abbassare la guardia nei confronti della malavita in genere e di quella ‘ndranghetista/mafiosa in particolare, è assolutamente condivisibile. Se invece l’intento è quello di voler offrire al pubblico una fotografia della situazione attuale della città va intelligentemente respinto.

Sapevo dell’uscita della pubblicazione. Potevo immaginare il suo contenuto, non invece, in diverse sue parti l’insufficienza informativa, le deduzioni derivate, i giudizi conseguenti.
Lamento l’inesistenza di qualsiasi approfondimento con soggetti che questo territorio l’hanno vissuto, sperimentato, sofferto e lo vivono ancora. A parte i ringraziamenti ad un’ex consigliera comunale nella nota in premessa, nessuna intervista risulta essere stata effettuata con chi, anni addietro, ha provveduto ad accendere l’interruttore perché il fascio di luce potesse evidenziare nel tessuto cittadino la presenza ancora ingombrante di famiglie già note.

Soffermandoci al messaggio che può trasmettere il titolo, pare che nulla o quasi sia mutato e che la stessa opera della magistratura e delle forze dell’ordine abbia scarsamente inciso e che lo sforzo e l’insistenza alla diffusione della cultura della legalità e del ristabilimento delle regole, come presupposto indispensabile del nostro convivere civile, rischi di essere pressoché inutile.
Conosco personalmente ed apprezzo Nando Dalla Chiesa. Non credo, e mi rifiuto di pensare, che possa esserci stata la benché minima intenzione di offrire uno spaccato non corrispondente al bene della città e dei suoi cittadini. Tuttavia una maggiore attenzione avrebbe consentito di evitare informazioni non corrispondenti al vero e giudizi più che severi semplicemente perentori e senza appello.

Salvo l’immagine in copertina (non è Buccinasco), non ho nulla da eccepire per ciò che concerne la ricostruzione storica della Buccinasco delle cascine, del suo isolamento territoriale ai primordi della grande emigrazione tanto da essere con la sua “corea” un’appendice di Corsico, dello sviluppo urbano successivo, dell’arrivo e dello stabilirsi delle famiglie della ‘ndrangheta. Nulla anche sotto il profilo più meramente sociologico e culturale sull’affermarsi della logica dei clan
Potrei fare più appunti. Mi soffermo invece su due aspetti che indeboliscono, a mio avviso, la serietà del lavoro compiuto gettando il dubbio di pressapochismo ed esprimo una preoccupazione.
Parlando di Maurizio Carbonera, si legge a pag. 178 “Subisce, però, diversi atti di intimidazione (per due volte denuncia l’incendio dell’auto), che lo portano a dimettersi a metà del secondo mandato”.
Sarebbe bastato consultare il sito del Comune per accertarsi che mai c’è stato un secondo mandato, ma che, democraticamente, l’Amministrazione Carbonera, in carica dal 2002, è stata mandata a casa nelle elezioni amministrative del 2007.
Sempre a pag. 178 si evidenzia il vantato “diritto” di Loris Cereda nella sua veste istituzionale ad incontrare esponenti del clan Barbaro. Che Loris Cereda sia privo di opportuna prudenza e che abbia sbruffonamente esagerato nelle sue esternazioni a Telelombardia è un dato acquisito. Dedurre però da questo esilarante e goliardico comportamento una diretta connivenza con i clan, mi sembra francamente eccessivo ed un giudizio che volentieri lascio agli organi inquirenti che dispongono di competenze necessarie e di più sofisticati strumenti di indagine.

La preoccupazione è relativa all’immagine che di Buccinasco e dei suoi cittadini ne scaturisce. Dal mio osservatorio non posso che ripetere quanto detto nel saluto della città in occasione dell’ingresso del nuovo parroco. Mi permetto riportarlo:
“Don Maurizio, ben arrivato. Trova una città che fa fatica a scrollarsi di dosso quel vestito macchiato che la presenza malavitosa di gruppi organizzati è riuscita da tre decenni a farci assurgere al disonore delle cronache nazionali. Trova una città che non è esente da fenomeni corruttivi che hanno costretto Buccinasco alla vergogna e soggetta al controllo e all’intervento della magistratura causando la caduta di un’Amministrazione. Tutto ciò è vero e non possiamo nasconderlo a noi stessi. Tuttavia, Lei non trova una città rassegnata. Trova invece una città che ha voglia di riscatto. Trova una città laboriosa, seria, determinata ad uscirne con la fronte alta ed in piedi. Trova una città che desidera tornare alla tranquillità nei suoi rapporti e che non ha paura di guardare con fiducia e speranza al suo futuro. Trova una città ricca di reti solidali e di un virtuoso associazionismo che guarda oltre l’orizzonte”.
Questo è ciò che vedo. Buccinasco non è sinonimo di male. Non basta essere calabresi e neppure portare un cognome compromesso per essere un poco di buono. È questa l’immagine che non condivido e che il libro, malgrado l’intento che si propone, rischia di dare della nostra città”.

Giambattista Maiorano
Sindaco di Buccinasco

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